Casa di Anto

IL CASTELLO DI QUIRRA

In una zona non molto distante da dove ho vissuto, sorge una collina di roccia calcarea.
Intorno all'undicesimo secolo, sulla cima di questa collina, un nobile Giudice di Cagliari fece erigere un magnifico castello, per presidiare il porto Santoru, un importante approdo per le rotte commerciali verso l'Ogliastra, e la via orientale che correva da Lanusei/Tortolì verso Muravera/Cagliari. Questa strada era infatti priva, per questo lungo tratto, di luoghi opportuni per la sosta dei viandanti.

Oggi purtoppo ben poco rimane della fortezza, ma si sa che era cinto da mura alte che circondavano ampi cortili e una piazza, sulla quale si affacciava uno splendido palazzo.
La vista era spettacolare: verso ovest le fertili pianure e le colline di Quirra, verso est il Tirreno.
Le mura si affacciavano per tre lati su un impressionante strapiombo di roccia. Su uno di questi lati si innalzava un'alta torre, da cui ci si affacciava verso il mare e le spiagge di S. Lorenzo.

Si diceva che fosse imprendibile, perché era possibile accedervi solamente attraverso una piccola strada tortuosa che si inerpicava sul lato della collina che, pur non essendo a picco sulla pianura, era pur sempre ripidissimo.
La zona, non era molto popolosa, ma le persone che abitavano quelle terre fertili erano lavoratori instancabili cosicché i raccolti erano abbondanti e il bestiame poteva godere di pascoli inesauribili.

Il conte, Don Berengario Carros, era uomo giusto e generoso, e, pur pretendendo le tasse dalla popolazione, devolveva buona parte del denaro a beneficio di opere per il miglioramento del suo feudo e al benessere dei suo abitanti, e organizzava spesso tornei e feste a cui partecipava anche il cosiddetto popolino.
Ma erano pur sempre tempi duri e pericolosi, sopratutto perché briganti e pirati erano sempre pronti ad entrare in azione.

E' il caso dei Saraceni, corsari senza scrupoli e assetati di bottino, che, con sortite repentine e rapaci, tentavano continuamente di saccheggiare le popolazioni che vivevano in prossimità delle coste.
La posizione strategica di questo castello permetteva comunque di scorgere le navi in avvicinamento con netto anticipo, e consentiva alla popolazione di rifugiarsi all'interno delle mura di cinta, e di tener testa ai pirati bombardandoli con proiettili di pietra e pece infuocata.

Generalmente la tattica per conquistare un castello consisteva nel circondarlo e, con continue sortite e scaramucce, non permettere ai suoi occupanti di approvvigionarsi di acqua e cibo.
L'assedio poteva durare diverso tempo, ma alla fine, i poveri assediati, soccombevano ed erano costretti ad arrendersi perché vinti dalla fame o dalla sete, piuttosto per l'attacco vero e proprio.

Una volta accadde che i Saraceni riuscirono a sbarcare, nonostante uno squadrone di stanza al castello, avesse cercato in tutti i modi di impedirne l'approdo.
Cominciò così un lungo assedio con qualche assalto che mirava per lo più a intimorire i castellani e a bloccare le vie di approvvigionamento dei viveri, così da far cadere la resistenza, ma che veniva puntualmente respinto.

Dopo circa sei settimane di questa guerriglia, in una mattina calda e soleggiata, ecco uscire dal castello un drappello di uomini con tanto di bandiera bianca.
Il feroce capo dei pirati già si fregava le mani, godendo per l'imminente resa. Fece così approntare la sua tenda per parlamentare con gli ambasciatori e negoziare la loro resa.
Con suo grande stupore si rese conto che la delegazione non era là per parlamentare, bensì per portare in dono ai pirati due ceste di pesce fresco, appena pescato, un cesto di pane carasau sfornato quella mattina stessa e un generosa quantità di Cannonau.
Il saladino scoppiò in una fragorosa risata e ringraziò gli ambasciatori chiedendo loro di portare in omaggio al Conte un prezioso stiletto tempestato di gemme, e di scusarlo per i fastidi arrecati. Lui e i suoi uomini avrebbero tolto il disturbo entro il pomeriggio.

Come era stato possibile ciò?

Ebbene, pare che la collina nasconda una fitta rete di gallerie scavate nella roccia che si snodano per centinaia di metri verso direzioni cruciali. Gli abitanti del castello percorrevano questi cunicoli per andare ad approvvigionarsi del necessario e condurre una vita normale.

La voce si sparse fra i pirati e da allora il Castello di Quirra fu risparmiato, e a ragione, da incursioni e assedi.


castello

Dove sorgeva

castello

Il panorama

saraceno

Pirata saraceno

assedio

Assedio ad un castello

castello

Disegno del castello