Casa di Anto

CAPPUCCETTO SOZZO

C'era una volta una bambina molto graziosa, era tanto buona ed ubbidiente e solo a vederla tutti da subito le volevano bene. Specialmente sua Nonna, che l'adorava e la copriva di regali. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e dato che le stava veramente tanto bene, ella non volle più toglierlo. Da allora la chiamarono sempre Cappuccetto Sozzo

Un giorno sua mamma le disse:"Cappuccetto (la mamma preferiva chiamarla in modo abbrevviato) ecco un cesto con della foccaccia e del vino rosso, portali alla Nonna che è debole e malata. Ma stai attenta quando attraversi il bosco, non fermarti e non dare bado a nessuno."
"Farò tutto per bene mamma" disse Cappuccetto (anch'io preferisco chiamarla col suo nome breve) e si avviò sul sentiero. "In bocca al lupo!" le gridò sua mamma....
La bimba sollevò in alto la paffuta manina con il dito indice e mignolo alzati e apostrofò sua madre con parole poco gentili.

La Nonna abitava all'altro capo del bosco, ad una mezz'oretta di cammino dal villaggio. Quando Cappuccetto giunse nel bosco incontrò il Lupo. "Buongiorno Cappuccetto - disse il Lupo (insomma di chiamarla col suo nome completo non gliene fregava nulla a nessuno) - dove vai così presto e cosa porti in quel paniere?"
"Vino e foccaccia rinsecchita per la Nonna che è debole e malata"
"Foccaccia rinsecchita? Ma non farà male ai denti di quella povera vecchina?"
"Ora non più. - disse Cappuccetto - L'ultimo le è rimasto conficcato nella foccaccia della settimana scorsa."

Il Lupo perplendette un attimo, ma subito, con prontezza di spirito, domandò: "E dove abita la Nonna, tesoro?"
"Fossi matta a dirtelo, c'è sotto qualcosa"
"Oh, intendi forse dire che sotto la mia domanda si nasconde un'insidia per...."
"NO! - rispose pronta la bimba - parlo di quello che si nasconde sotto la Nonna... tiene il malloppo cucito nel materasso la vecchia!"

Il lupo riuscì a scoprire dove fosse la casa della Nonna e ci si fiondò subito. Appena giunto bussò alla porta: TOK! TOK! "Chi è?" rispose una vocina dall'interno
"Sono un operaio del gas" rispose furbo il Lupo.
La vecchia lo centrò in pieno con un grosso ciocco che ardeva sotto la pignatta dentro il camino.

Appena si fu ripreso dal colpo, approfittando del fatto che Cappuccetto, contavvenendo alla promessa fatta alla mamma, si era fermata nel bosco a cogliere margherite (le fragoline le avevano colte i turisti la domenica precedente dopo aver devastato il bosco lasciando spazzatura ovunque), il Lupo tornò a bussare dalla Nonna: KNOCK! KNOCK! (non poteva bussare nello stesso modo, altrimenti la Nonna avrebbe potuto smascherarlo) "Chi è?" chiese la Nonna
"Sono un malfattore!"
"Oh si accomodi e scusi la diffidenza sa, ma con tutti gli esattori delle tasse, della luce, del telefono e quant'altro, che ci sono in giro meglio essere prudenti!"

Il lupo spalancò la porta, andò al letto della Nonna e la mangiò in un sol boccone. Poi si mise la sua camicia da notte, si infilò dentro il letto e tirò le coperte.
Giunse Cappuccetto e entrando nella stanza notò qualcosa di strano:
"Oh Nonna, ma che orecchie grandi hai!"
"E' per sentirti meglio piccola mia!"
"Ma che occhi grandi hai"
"E' per vederti meglio bambina mia"
"E che mani grosse hai"
"E' per abbracciarti meglio piccina mia"
"Ma che...."
"Oh, insomma basta! - tuonò spazientito il Lupo - Sei venuta per criticare o per farti mangiare?"

Divorate che ebbe la Nonna e Cappuccetto il Lupo si addormentò e cominciò a russare sonoramente. Un cacciatore che passava di lì per caso, incuriosito da quel frastuono, entrò e visto il lupo con la pancia piena immaginò subito tutto. Non si perse d'animo, afferrò il suo grosso coltello, tagliò la pancia al Lupo, e liberò le due disgraziate. Appena liberate, Cappuccetto andò a prendere dei pietroni, li mise nella pancia del lupo e il cacciatore ricucì tutto.
Il cacciatore ha fatto fortuna: adesso lavora al policlinico dove gli danno un camice bianco, seimila euro al mese e lo chiamano Professore.

Il Lupo si risvegliò in una linda stanza d'ospedale dove un medico dalla lunga barba bianca, chino su di lui, stava esclamando: "Diamine, è il più grave; caso di calcoli epatici nella storia della scienza medica! Bisogna operare subito!"
Dopo qualche giorno il Lupo era guarito e stava andando via, ma alla cassa ticket, vedendo il conto, ebbe una ricaduta.
Ancora oggi su una lapide-ricordo si legge:
AL LUPO CATTIVO
CHE COI SUOI CALCOLI
CONTRIBUI' ALLA RISTRUTTURAZIONE
DI QUESTO OSPEDALE


storia liberamente tratta da "Lupo Alberto" di Silver